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E' possibile il concetto "puro" di Dio? A partire dall'analisi dell'esistenza umana come esperienza "nomade", si cerca di ricostruire quelle che sono le strutture di fondo che conducono l'uomo alla ricerca di quel "totalmente Altro" a cui diamo il nome "Dio", non attraverso lo studio di una particolare religione, ma attraverso l'elaborazione morfologica della domanda umana sul divino. Nel tentativo di far emergere attraverso la riflessione su passi di Spinoza, Hegel, Jonas, Leopardi, Horkheimer ed altri, le tonalità emotive che compongono la struttura esistenziale del monoteismo, intese come ciò che caratterizzano l'esistenza e la comprensione stessa del "fenomeno" Dio, si delinea un percorso che oscilla tra l'indagine teologica positiva e quella sul senso dell'esistenza umana, come luogo in cui la domanda su Dio si impone a prescindere dalla volontà del singolo uomo. L'analisi della domanda su Dio in questo senso, non può che partire dalla domanda già posta da Giordano Bruno in De gli eroici furori: "Come l'intelletto nostro finito può seguitar l'oggetto infinito?"
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